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27/02/2014

Cooperazione sociale, protagonista del Welfare regionale

Riconoscere il ruolo che le cooperative sociali hanno assunto nel sistema di welfare regionale, sia come erogatrici di servizi che nel collocamento protetto, affermarne l’operato in nuovi ambiti e sottolineare la rilevanza del sistema cooperativo nell’economia regionale.
 
È quanto propone il progetto di legge presentato questa mattina (27 febbraio) presso Palazzo Giordani della Provincia di Parma, in un incontro promosso da Legacoop e Confcooperative con il patrocinio della Provincia, tenuto dal consigliere Pd Marco Carini (primo firmatario e relatore). La proposta “Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale” abroga l’attuale norma regionale in materia per l’attuazione della legge 381/1991 (L.r. 7/1994).
 
In Emilia-Romagna operano 920 cooperative sociali per un totale di 37.646 dipendenti. Più del 77% degli addetti è assunto con contratto a tempo indeterminato e il 76% del totale è costituito da donne, mentre l’8% appartiene a categorie svantaggiate. “Oggi - si legge nella relazione che accompagna il testo - le cooperative sociali sono soggetti imprenditoriali a tutti gli effetti, uguali nei valori fondanti a quelle di un tempo, ma profondamente diverse nelle loro relazioni col territorio, nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, nella capacità di fare impresa portando benefici tanto a se stesse quanto alla collettività”.
 
Composta di 26 articoli, la proposta in sintesi prevede “l’istituzione dell’Albo regionale delle cooperative sociali con ampliamento della gamma dei servizi; la determinazione delle forme di partecipazione della cooperazione sociale alla programmazione, progettazione, gestione, realizzazione e valutazione dei risultati del sistema integrato di interventi e servizi alla persona; l’individuazione dei criteri di affidamento e conferimento dei servizi; la definizione di un calendario massimo dei pagamenti alle coop; la costituzione di un fondo rischi consortile per il sostegno a varie misure creditizie; altre misure di promozione, sostegno e sviluppo della cooperazione sociale”.
 
Il percorso molto complesso e articolato è stato intrapreso da un paio d'anni, e ora il testo è stato iscritto ai lavori dell'Assemblea regionale; seguiranno le parti dibattimentali, le votazioni articolo per articolo e l'approdo in aula dove sarà oggetto di un altro iter. Ma il lavoro è in corso e il sostegno del movimento cooperativo e di tanti altri soggetti coinvolti non manca. Parlare di cooperazione sociale significa infatti parlare di comunità e di diritti.